sabato 29 settembre 2012

The commuter identity

 
 
Ti so dire la targa di tutte e sei le macchine parcheggiate qui davanti.
 Ti so dire che la nostra cameriera è mancina e il tizio seduto al 
bancone fa 97 chili di peso e sa usare le mani. So che il posto migliore
 per cercare una pistola è la cabina di quel camion grigio. E che a 
quest'altitudine posso correre per 700 metri prima che le mani mi 
comincino a tremare. Come mai so tutto questo? E non so chi sono 
invece... 
  
Eccolo, arriva, si fa largo tra la folla di pendolari assiepati nella carrozza di coda per svolgere le sue mansioni.
E' determinato, è giovane, è preciso, è pacato.
Sbriga gli ultimi controlli, dà un'occhiata all'orologio e poi via! Si parte!
Bene, questa è fatta, andiamo avanti. Cosa resta da fare? Controlliamo i biglietti.
La maggior parte dei pendolari alza il sopracciglio manifestando una certa sorpresa: era dal 2008 che non si vedeva un controllo!
"Biglietti prego". Le prima due o tre persone filano via lisce senza problemi, ma ad un certo punto ecco l'intoppo.
"Il biglietto non è timbrato".
"Sì, l'ho timbrato ma si vede che non funzionava bene perché era finito l'inchiostro".
"Passi per l'inchiostro, ma non si vedono nemmeno i segni della punzonatura"
"E ma a Porta Genova non funziona mai nemmeno una macchinetta!".
"Beh, il signore accanto a lei è riuscito a timbrarlo e comunque, se lei non riuscisse a timbrare il biglietto dovrebbe recarsi nella carrozza di testa e cercare il capotreno. A questo punto devo farle pagare il sovrapprezzo per mancata obliterazione".
"I soldi non ce li ho".
"Nessun problema, se gentilmente mi dà un documento le faccio solo il verbale e riceverà il bollettino a casa".
A questo punto si gira verso un'altra pendolare alle sue spalle.
"Signora, è riuscita a trovare il suo biglietto? Ah bene. Come dice? Non è timbrato? Allora devo ripeterle quanto ho già spiegato a questo signore".
"Uffa! Oggi ho pagato cento euro di treno per andare a Bologna e devo subire questa menata perché non ho fatto in tempo a timbrare questo biglietto da tre euro? Comunque i soldi per la multa non ce li ho con me".
"Se mi dà un documento..."
"Ecco, ho il passaporto"
"Eh, ma sul passaporto non sono riportate le informazioni sul suo domicilio; non va bene".
"Cosa??! Il passaporto è un documento riconosciuto internazionalmente e per voi non va bene?!"
"Signora, se non ha un documento dove è indicato l'indirizzo a cui farle arrivare il verbale, le devo chiedere di scendere dal treno".
"Io non scendo proprio da un bel niente!" e inizia lanciare una serie di improperi contro Trenord e il povero malcapitato controllore.
Il controllore si allontana per andare a chiamare rinforzi e la signora continua a sbottare provocando la reazione spontanea dei compagni di carrozza.
Le reazioni sono tutte quelle possibili e tristemente prevedibili: "Non controllano mai i gruppi di extracomunitari che si mettono a bere e a fare i lor porci comodi", "Hanno una bella faccia tosta a chiedere il biglietto con lo schifo di servizio che offrono", "Trovare una macchinetta timbratrice che funziona è sempre un'impresa e mica puoi sempre andarli a cercare in testa o in coda al treno attraversando tutte le porte che spesso e volentieri sono bloccate"...
Nel frattempo il treno è arrivato ad Albairate-Vermezzo e il controllore ritorna accompagnato da un altro personaggio non meglio identificato che ribadisce le ragioni del controllore alla signora e agli altri pendolari che si sono presi a cuore la vicenda.
La signora ha perso la pazienza e fatica a trattenere la sua rabbia, ma nonostante questo i suoi aguzzini mantengono la pacatezza e la invitano a fare altrettanto ribadendo però che se non dovesse riuscire a fornire un documento con un recapito sarebbe costretta a scendere.
Il tempo passa e tra i pendolari comincia a serpeggiare un dubbio: "Ma non saremo mica fermi qua ad aspettare che questa scenda dal treno?! Io voglio andare a casa...".
Il controllore capta qualcuna di queste voci e si affretta a rassicurare i pendolari del fatto che si è in attesa della coincidenza e che la signora non c'entra nulla.
Una volta avuta la rassicurazione, anche i pendolari tornano a dedicarsi alla contesa in corso. Qualcuno propone una sorta di autocertificazione del domicilio della signora, ma il controllore dice che è necessario che qualcuno munito di documento certifichi il domicilio della signora.
A questo punto la signora esclama: "C'è qualcuno in questa carrozza che mi conosce e che sa che abito in via xxx numero y di zzz? Ma non c'è nessuno che mi conosce... io non lo prendo mai questo treno!".
Ma ecco che una ragazza si alza in piedi esclamando decisa: "Basta con questa storia! Prenda il mio documento! La certifico io la signora anche se è la prima volta che la vedo!".
Un boato di sorpresa da parte dell'intera carrozza accoglie questa iniziativa e la signora si affretta a rassicurare la ragazza: "Grazie, dopo ti lascio anche il mio cell...".
Si è intanto giunti ad Abbiategrasso e buona parte del "pubblico" dei pendolari si appresta ad abbandonare il treno, con la soddisfazione di aver assistito ad uno spettacolo diverso dal solito. Anche questo è viaggiare sulla Mi-Mo!

martedì 31 gennaio 2012

Benvenuti!

Benvenuti nella nuova casa del blog della Milano-Mortara!

I vecchi post sono stati importati usando degli script automatici che mi hanno risparmiato un po' di fatica, ma che non sempre hanno fatto un lavoro precisissimo. Perdonate se nei vecchi post compare ogni tanto qualche carattere strano al posto di una lettera accentata o peggio...

Vediamo poi se riuscirò a scrivere qualche nuovo post...

mercoledì 8 dicembre 2010

Segni



signs



Non è la prima volta che lo dico, ma tra i vantaggi del viaggiare in treno c'è sicuramente quello di poter "origliare" un sacco di conversazioni divertenti e interessanti. Eccone una, "captata" poco tempo fa.



"Io sono fermamente convinto che nulla avvenga per caso e che quindi devi sempre prestare la massima attenzione ai segni che il destino lascia sul tuo percorso. Ne ho avuto l'ennesima riconferma proprio l'altra settimana! Stai a sentire!".



"Sono tutt'orecchi!".



"Devi sapere che saranno almeno due anni che mia figlia chiede di avere in regalo quel cuscino rosso a forma di cuore, con le braccine e con il nome impossibile da ricordare, che vendono all'IKEA; non so se ce l'hai presente".



"Sì, sì, l'ho visto anche su qualche cartellone pubblicitario".



"Perfetto. Allora, poiché si avvicinava il compleanno di mia figlia, avevo pensato di andare a comprargliene uno e, siccome l'idea di andarmi a cacciare nella zona dei centri commerciali di Corsico in auto mi fa venire la pelle d'oca e visto che ho l'abbonamento per il trasporto della bici in treno, avevo pensato di andare al lavoro caricando la bici sul treno, nonostante la brutta stagione. L'idea era quella di scendere a Cesano Boscone, quindi ho controllato che il treno che avevo intenzione di prendere non saltasse quella fermata".



"E fin qui, niente di strano".



"Aspetta, aspetta… Quando arriva il treno, vedo che la carrozza per il trasporto delle bici è in coda al treno e mi sposto per evitare discussioni con gli altri pendolari, anche se ero decisamente lontano dalle ore di punta. Mi accorgo però che un gruppo di viaggiatori ha occupato la carrozza delle bici e quindi decido di spostarmi in quella adiacente, praticamente vuota.



Avevo appena finito di sistemare la bici appoggiandola al palo, quando noto un cartello sulla porta di fronte a quella dalla quale sono salito: 'Porte inutilizzabili'.



Ho fatto mente locale e ho capito immediatamente di essere nei guai: le porte si aprono sulla destra solo a S. Cristoforo e ad Abbiategrasso. Non mi importava che ad Abbiategrasso sarei riuscito a scendere, io, quel giorno, dovevo scendere a Cesano Boscone!!!".



"Miiihh! E cosa hai fatto?".



"E cosa potevo fare? Ho provato a guardarmi intorno per vedere se riuscivo a scendere da un'altra porta, ma avrei dovuto attraversare un'intera carrozza con la bicicletta, chiedendo di spostare borse e valigette posate a terra ai lati del corridoio centrale, tirandomi addosso le ire di qualche decina di passeggeri!".



"Effettivamente non era di sicuro una situazione invidiabile.".



"Comunque, a quel punto ho rinunciato al mio piano di andare all'IKEA in bici e, ignorando quello che era un chiaro segno del destino, ho pensato che in fondo era abbastanza presto e avrei potuto anche tentare di andarci in auto.



Ebbene, per farla breve, scendo ad Abbiategrasso, prendo la macchina, arrivo là senza problemi di traffico (erano le quattro di pomeriggio) e vengo accolto fin dal parcheggio dai cartelloni pubblicitari con il cuore rosso che hai visto anche tu. Entro e vedo decine, anzi, centinaia di cuscini appesi al soffitto come tante ghirlande. Riesco a trovare il settore del negozio dove venivano venduti quei cuscini, mi avvicino, ne afferro uno e faccio per portarmelo via, ma… era legato ad una sbarra di acciaio!!! Provo con un altro e poi con un altro ancora, ma niente da fare! Erano tutti legati a quella sbarra da esposizione.



Senza demordere cerco una commessa e le chiedo se ci sono ancora dei cuscini in vendita. Lei mi guarda dubbiosa e poi si rivolge al suo responsabile che mi dà l'ormai scontato esito negativo. 'Ma come?', ho provato a domandare, 'Ci saranno appesi al soffitto almeno cento cuscini e ce ne saranno almeno dieci incatenati in esposizione e non se ne trova uno che sia disponibile per la vendita? Glielo spiega lei a mia figlia?'. Niente da fare, tutto quello che sono riuscito ad ottenere è stato l'invito ad andare nelle sedi di S. Giuliano o di Carugate.



Quindi, che mi dici? Non avrei dovuto dare retta fin da subito ai segni che il destino mi aveva mandato?”.

domenica 7 novembre 2010

Meteo

meteo


È una stupenda giornata di sole, una di quelle giornate invernali in cui, quando il sole riesce a vincere la foschia del primo mattino, ti si presenta davanti agli occhi un cielo limpido e blu di una tonalità che l'estate raramente riesce a dipingere.



In una giornata come questa è quasi piacevole farsi la passeggiata per arrivare in stazione per prendere il treno.



A proposito, il treno avrebbe dovuto essere già qua! Poco importa, con un cielo così si può anche perdonare qualche minuto di ritardo.



Infatti, dopo pochi minuti il treno arriva e mi metto ad ammirare le montagne innevate dal finestrino.



Dlin dlon! "Si avvisano i signori viaggiatori che, a causa delle avverse condizioni meteo, il treno viaggia con circa dieci minuti di ritardo. Ci scusiamo per il disagio".



Cosa? Ma sono impazziti?! Di quali condizioni meteo sta parlando??!



Superato un primo momento di perplessità tutta la carrozza scoppia in una fragorosa risata e i commenti ironici si sprecano.



Dopo qualche secondo fa capolino il controllore e, prima che qualcuno possa parlare, esclama un po' seccato: "Lo so! Lo so! Avevo visto che stava partendo quell'annuncio e non ho fatto in tempo a fermarlo! Non c'è proprio niente da ridere!"



Eh già, pensiamo in molti, non ci sarebbe proprio niente da ridere...

domenica 21 marzo 2010

Tempestività


tempo
Brrrrr, che freddo! Speriamo che questo treno arrivi in fretta perché mi si stanno congelando i peli della barba!



Ma perché c'è tutta questa gente sulla banchina?



Uffa, avrebbe dovuto essere già qua! Anzi, ora che ci penso siamo già in ritardo di quindici minuti sull'orario previsto!



Ma cosa sarà successo? Proviamo a chiedere ai vicini: "Scusi ha per caso sentito se han detto qualcosa sul perché non è ancora arrivato il treno?". "No! Secondo te quelli lì son capaci di dare un annuncio?" e scoppia in una risata un po' nevrotica.



Il tempo passa, il treno no; gli annunci, a conferma di quanto diceva il pendolare, latitano. Provo a mettermi a origliare e mi rendo conto che la potentissima macchina organizzativa dei pendolari si è già messa in moto: qualcuno è riuscito a mettersi in contatto con altri viaggiatori saliti su altri treni.



"Allora, ho sentito Silvia, quella ragazza di Mortara che prende sempre il nostro treno: dice che sono fermi da quaranta minuti appena fuori dalla stazione, ma nemmeno a loro hanno detto perché il treno non prosegue".



"Beh, è già qualcosa: almeno non è stato soppresso", commenta un pendolare ancora armato di ottimismo nonostante il gelo e l'attesa.



"Ehi! Sentite qua! Enzo è sul treno prima e dice che loro sono fermi a Gaggiano! Pare che ci sia uno scambio bloccato a causa del ghiaccio e quindi hanno dovuto bloccare i treni fino a quando non riescono a scongelarlo…".



"E quanto ci vorrà?!" domanda disperato un altro pendolare che stava origliando proprio come me.



"E che ne so io?! Non sono mica di Trenitalia!!"



"Ma è proprio per questo che lo chiedono a te! Quelli di Trenitalia non saprebbero sicuramente cosa rispondere" commenta prontamente una signora che stava passando di lì.



"Zitti! Ascoltate! Finalmente c'è un annuncio…".



"Dlin dlon! Si avvisano i signori viaggiatori che è possibile acquistare l'abbonamen…".



"Ma dai!? Figuriamoci se danno un annuncio utile in momenti come questi! Ma sentiamo… ce n'è un altro…".



"Dlin dlon! Si rammenta ai signori viaggiatori che in attesa dei treni è vietato oltrepassare la linea gial...".



"Come non detto… lasciamo perdere!".



"È partito!" esclama improvvisamente un'altra pendolare che aveva appena carpito l'informazione da qualcuno che era su un treno precedente.



"Sì, me l'ha detto anche la Giusy! Il treno che era fermo a Gaggiano è appena ripartito verso Milano dopo un'attesa di quasi un'ora!".



"Confermato! Silvia dice che è ripartito anche il nostro treno; ora dovrebbe entrare in stazione, ma chiaramente qua si son dimenticati di annunciarlo. Erano troppo impegnati a ricordarci dove potevamo comprare i biglietti! Meno male che hanno inventato il telefonino!" annuncia il mio vicino scrutando l'orizzonte sperando di vedere finalmente arrivare l'agognato treno.



Il treno effettivamente arriva e tutti i pendolari si accomodano, per quanto ci si possa accomodare su un treno della nostra linea, soprattutto quando ci sono dei ritardi a catena.



"Noooo! C'è pure la carrozza ghiacciata!".



"Già. Non funziona il riscaldamento…".



"Magari non funzionasse soltanto il riscaldamento! Metti la mano qua: sta buttando fuori aria fredda!".



Dopo pochi minuti il treno riparte e sulla carrozza viene diffuso un annuncio: "Si avvisano i signori viaggiatori che, a causa di un problema alla circolazione nella stazione di Gaggiano, questo treno viaggia con sessantacinque minuti di ritardo. Vi terremo aggiornati con ulteriori informazioni".



"Questo sì che è un tempismo perfetto! Dopo decine di annunci inutili ti dicono che c'è stato un problema! Come se non ce ne fossimo già accorti da soli! Aaah, se non ci fossero gli annunci di Trenitalia ad allietarci il viaggio… Come faremmo?!".

domenica 21 febbraio 2010

Na tazzulella 'e cafe'

caffè

Ebbene sì, eccomi qua!
Lo confesso: ho avuto la tentazione di smettere; mi assalivano pensieri tipo: "In fondo adesso con il raddoppio tutto filerà liscio e i miei raccontini stupidi non avranno più alcun senso!".
Ma adesso, dopo più di due mesi di "esercizio" del secondo binario, mi sento più tranquillo: la MI-MO continuerà a sorprenderci e a fornire materiale ancora per un bel pezzo!
E allora eccomi qua, dicevo, con un racconto che risale a qualche mese fa, ma che solo ora ho avuto la forza di rielaborare ed arrangiare.
A presto!




Ci sono un napoletano, un romano e un milanese che viaggiano insieme verso Milano.


"Aaaah, la cosa più traumatica del mio rientro dalle ferie è stata il caffè: come lo fanno a Napoli da queste parti non lo trovi di sicuro".


"Ci credo, se poi lo prendi qua in stazione fa veramente schifo: è una merda" interviene il milanese.


"Lo fa bruciato!" sentenzia categorico il romano.


"Io c'ho anche litigato con quel pi**a lì" riprende il milanese.


"Guarda, in stazione io il caffè l'ho preso solo una volta perché me l'ha offerto lui!" accusa il romano puntando l'indice verso il napoletano.


"Ma pure io lo prendo raramente in stazione, però non riesco a restare senza caffè e quando non faccio in tempo a prenderlo a casa, a volte non resisto e lo prendo in stazione, anche se poi me ne pento sempre".


"Ma no, ma è una merda! E pensare che una volta ho visto la confezione e la miscela che usa è di una marca buona: è un I***! Non so come faccia a farlo così schifoso!"


"Lo fa bruciato! Ma è logico: se non pulisci la macchina tutti i giorni ci resta il caffè vecchio e poi sa di bruciato!" ribadisce il romano.


"Ma cosa vuoi che pulisca la macchina quel pi**a lì?? Non gliene frega niente! C**zo, quello lì pensa solo a parlare di calcio e della Juventus! È un mortaccione!"


"Cos'è un mortaccione?" domanda il napoletano al milanese che inizia ad arrampicarsi sugli specchi.


"Un mortaccione... ma sì, è un cogl***e, che ne so, un pi**a!".


"Insomma un po' di tutto..."


"Beh, però guarda i lati positivi: la Mi-Mo fa talmente schifo che io, in confronto ai disagi di tutti i giorni, arrivo quasi a pensare che il caffè sia la parte migliore della mattinata".


venerdì 4 dicembre 2009

Emozioni

Capire tu non puoi
tu chiamale se vuoi
emozioni...


Non siete tutti emozionati??
Tra poco avremo un secondo binario!
E' dal mio primo giorno da pendolare (ormai più di venti anni fa) che ne sento parlare e ora stento a crederci: sta diventando realtà!